Il record dell’export salva l’Italia: ma i consumi interni sono fermi

16/07/2018


Con i consumi fermi e in rallentamento, la debole ripresa italiana si aggrappa con tutte le sue forze all’export. Anche perché il Made in Italy continua a tirare e l’anno scorso ha fatto registrare un nuovo record: le esportazioni sono cresciute del 7,4% a 448 miliardi. È quanto si legge nel rapporto annuale dell’Ice, l’Istituto per il commercio estero, in cui si sottolinea un saldo manifatturiero in rialzo dell’8,5% a 96 miliardi.

Particolarmente in luce il settore farmaceutico che con una crescita del 16% è stato a sorpresa il comparto più dinamico. Il numero uno dell’Ice, Michele Scannavini, però, insiste su un particolare poco noto: “Pochi sanno che l’Italia è il terzo produttore mondiale di robot”, un risultato non da poco sul fronte dell’automazione. L’industria metallurgica è salita del 9,9% e quella la chimica del 9%. Valori al di sopra di quelli del cosiddetto ‘Made in Italy’, che ha visto crescere soprattutto il comparto alimentare (+7,5%) davanti all’abbigliamento (+4,7%) e alla pelletteria (+5,9%).

La diffusione dei prodotti italiani è aumentata soprattutto fuori dall’Unione europea, con punte in Cina (+22%), Brasile e Russia (+19% entrambe) e Sud Africa (16%). Più cauta la dinamica negli Usa, dove le vendite di prodotti italiani sono cresciute ‘solo’ del 10%. Un dato che però, secondo il presidente Scannavini, non deve far pensare che gli Stati Uniti possano essere sostituiti facilmente e nel breve periodo con altri mercati, per gli effetti della guerra dei dazi con la Cina. Da soli valgono 40 miliardi di dollari per il commercio estero italiano, e cercare un ‘piano B’ significherebbe “passare anni nei quali la nostra economia avrebbe un impatto molto molto severo”. Forte crescita anche in Europa, dove i prodotti italiani hanno conquistato l’Irlanda (+34%), la Slovenia e il Portogallo (+13% entrambi), seguite da Polonia (+12%), Repubblica Ceca (+11%) e Spagna (+10%).

Di certo il trend permette all’economia di tirare il fiato: nel 2017, l’Istat ha rilevato che la spesa media mensile  – che rappresenta oltre il 60% del Pil – a 2.564 euro in valori correnti (+1,6% rispetto al 2016, +3,8% nei confronti del 2013, anno di minimo per la spesa delle famiglie). Tuttavia l’Istituto di Statistica rileva come “sebbene si confermi in crescita per il quarto anno consecutivo, la spesa media mensile familiare rimane al di sotto dei 2.640 euro del 2011, anno cui hanno fatto seguito due di forte contrazione (-6,4% in totale)”. Inoltre, considerando la pur lieve ripresa dell’inflazione (+1,2% nel 2017 rispetto al -0,1% del 2016, quando la spesa media mensile era salita dell’1,0%), l’incremento di spesa in termini reali subisce un preoccupante rallentamento. Insomma, mentre il governo è impegnato a capire come stimolare la domanda interna, a tenere a galla l’economia italiana continua a essere l’export.

Fonte: Business Insider



Todas as Notcícias