Guarda l’intervista del nostro presidente sulla valorizzazione dell’italianità nel mondo
19/03/2021
La pandemia ha sicuramente marcato grandi differenze a livello mondiale tra i Paesi con economie sane e robuste e quelli con economie fragili, quali l’Italia. È il momento delle scelte difficili, di quelle riforme fondamentali che devono rendere l’Italia più rapida e competitiva a livello globale per attrarre investimenti (parliamo sempre di riforma tributaria e amministrativa, del costo del lavoro, della giustizia e sicuramente politica per dare più stabilità al governo).
Sul fronte estero, dove posso parlare con maggior cognizione vivendoci da più di 20 anni, sarebbe fondamentale che l’Italia cambiasse completamente aproccio. Il nostro Paese dovrebbe definitivamente realizzare che esiste un’altra Italia fuori dall’Italia, solo in Brasile abbiamo circa 30 milioni di discendenti di italiani, un patrimonio inestimabile.
La valorizzazione di questa italianità fuori dai confini fino ad oggi affidata alle Ambasciate e all’ICE, con pochissime sinergie con le Camere di Commercio Italiane all’estero, non ha prodotto a mio avviso i risultati che potrebbero ottenersi.
Va trovato un sistema per fidelizzare maggiormente gli italiani nel mondo, creando legami maggiori soprattutto in termini fiscali (vedi modello USA), sanitari e previdenziali. Distribuire passaporti in giro per il mondo, molto spesso a persone che non parlano nemmeno l’italiano, non basta. Occorre “includere” tutti gli italiani nel mondo, sia quelli di nuova acquisizione che quelli datati, con progetti mirati a creare vincoli forti, che molto spesso sappiamo essere basati su interessi monetari concreti.
Io so per certo che l’italiano emigrato, sia di prima che di quinta generazione, se può, sceglie di comprare prodotti italiani. E molti di loro vorrebbero poter investire con facilità nel nostro Paese, ma pochissimo è fatto per incentivarli a farlo.
Cosa aspetta l’Italia per capire che abbiamo più di 60 milioni di italiani fuori dai confini (e non 5,5 milioni censiti ufficialmente) e che rappresentano un mondo di opportunità se valorizzati e fatti sentire cittadini di prima categoria come gli italiani che vivono dentro i confini.
Che vengano 1000 EATALY nei settori del Turismo, della Cultura, della Meccanica di Precisione, dell’Artigianato…