L’italiana Snam ci riprova in Brasile

27/04/2018


Dopo il successo in Grecia, dove ha conquistato il controllo di Desfa, ora Snam guarda al Brasile. Arrivano conferme infatti sull’intenzione del gruppo italiano di partecipare alla gara per rilevare il 90% Transportadora Associada de Gás (Tag), la filiale di trasporto di gas naturale della compagnia statale brasiliana Petrobras che gestisce un sistema di gasdotti di 4.500 km, situato soprattutto nelle regioni settentrionali e nordorientali del Paese.

Snam, guidata dall’amministratore delegato Marco Alverà avrebbe deciso di unirsi al consorzio capitanato dal fondo di investimenti di Abu Dhabi Mubadala, dal private equity americano Eig Global Energy Partners e dai cinesi del Silk Road Fund, risultando così l’unico player industriale del raggruppamento.

La decisione di Petrobras di vendere la quota di Tag risale allo scorso settembre e ora pare si sia arrivati alle battute finali, dato che nei giorni scorsi, secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza, sarebbero scaduti i termini per presentare le offerte e molto probabilmente le prime risposte potrebbero giungere già entro nelle prossime settimane.

La vendita del metanodotto, il cui valore (debito compreso) si aggirerebbe intorno agli 8 miliardi di dollari (l’impegno di Snam potrebbe essere nell’ordine dei 500 milioni, secondo gli analisti), rappresenterà la maggiore dismissione effettuata da Petrobras, che ha come obiettivo disinvestimenti complessivi per 21 miliardi di dollari nel biennio 2017-2018. Inoltre la vendita di Tag consentirebbe a Petrobras di eliminare attività commerciali meno redditizie e soprattutto di ridurre il debito di 95 miliardi di dollari.

Dall’altra parte, un asset come Tag rappresenta una grande possibilità per il Brasile per aumentare la presenza straniera nel business del gas naturale. Non a caso, oltre al consorzio di cui farebbe parte Snam, sul tavolo della compagnia brasiliana sarebbero arrivate altre due proposte, una presentata da Engie e l’altra formulata da un consorzio composto dal fondo australiano Macquarie, dal fondo pensionistico Canada Pension Plan Investment Board, dal fondo sovrano di Singapore Gic Private Ltd e dalla brasiliana Investimentos Itau Ss.

Fonte: Milano Finanza 



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