Il futuro della ristorazione è digitale: 6 startup italiane stanno rivoluzionando il mercato

25/06/2021


Dai buoni pasto digitali di EatsReady alla filiera agroalimentare accorciata e versatile, oltre che più sostenibile, di Deliveristo. Passando per il forno portatile Hotbox, ideale per le consegne a domicilio che escono da un anno di (forzosa) esplosione sino ai menu di Dishcovery e a JoJolly, il marketplace per i lavori occasionali destinati al mondo della ristorazione, un fronte tornato a infiammare il dibattito sui posti di lavoro disponibili e la corrispondente difficoltà dei ristoratori nell’individuare le figure giuste.

Tra lockdown, restrizioni in continuo mutamento, normative e nuove abitudini dei consumatori, nell’ultimo anno il settore dell’HoReCa (sigla che sta per Hotellerie, Restaurant & Cafè) ha dovuto affrontare sfide sempre più complesse per superare le difficoltà e adattarsi alla “nuova normalità”.

Quelle elencate all’inizio sono le cosiddette startup B2B, che in questi mesi di crisi hanno avuto un ruolo essenziale nell’accompagnare bar, ristoranti, caffè, trattorie, pizzerie e altre attività verso una non più rinviabile digitalizzazione. E dunque hanno di fatto mutato, e in profondità, anche l’esperienza d’acquisto dei clienti e il servizio ai consumatori finali. Se semplifichi il lavoro di chef, ristoratori e personale di sala, dando loro l’opportunità di gestire più facilmente delivery e take away, di aggiornare i menù anche a distanza, di entrare in contatto rapidamente con produttori e agricoltori e selezionare i prodotti migliori e meno impattanti e di ottimizzare tutti i processi, chiaramente cambi anche l’esperienza di chi mangia.

Deliveristo, digitalizzare e snellire la filiera agroalimentare
Molte di queste realtà sono promotrici del progetto Ristorante del Futuro, una piattaforma di innovazione destinata a tutti gli operatori del settore. A capitanarle c’è la startup Deliveristo, marketplace digitale che mette in contatto diretto ristoratori e chef con i fornitori capitanata dall’Ad Ivan Aimo.

Qual è l’obiettivo? Snellire i rapporti lungo l’intera filiera agroalimentare grazie alla messa a disposizione di un mercato in grado di ospitare potenzialmente tutti i fornitori esistenti garantendo un unico punto di fatturazione, gestione del pagamento e della logistica, oltre che un servizio di assistenza e consulenza sempre operativo: “Nell’ultimo anno il mondo della ristorazione ha compreso quanto fosse fondamentale utilizzare soluzioni digitali che rendessero tutti i processi più rapidi, efficaci e smart – ci ha detto Aimo – Per questo è importante che si crei sempre più una sinergia tra le startup e aziende italiane del foodtech, una cordata che abbracci ogni aspetto della vita del ristoratore, dagli ordini alle consegne, dai pagamenti alla gestione del personale”.

EatsReady, i buoni pasto diventano digitali
Un altro aspetto centrale del settore è quello dei buoni pasto digitali. EatsReady è stata la prima in Italia a emettere buoni pasto digitali e offre una soluzione a 360 gradi di welfare sviluppata e pensata per aziende innovative, dinamiche e attente al benessere del proprio team. I buoni pasto vengono emessi grazie a una piattaforma che abilita pagamenti smart e servizi di “mobile ordering” per connettere aziende, dipendenti e operatori del settore della ristorazione e della grande distribuzione. Basta un’app al posto delle tessere di plastica o dei vecchi buoni pasto cartacei.

In più, attraverso la creazione di valore per gli esercizi convenzionati, il gruppo riduce le commissioni e rende l’incasso dei buoni pasto un processo rapido e privo di complicazioni a livello operativo: “Con EatsReady vogliamo essere di supporto al settore della ristorazione per fornire la possibilità di ripartire nella maniera più rapida e sostenibile possibile – ha spiegato Nicola Faedi, Ad di EatsReady – Grazie alla nostra rete di aziende e ai servizi offerti, è possibile gestire pagamenti e ordini in maniera semplice e conveniente, sfruttando tutti i vantaggi dell’infrastruttura digitale”.

Hotbox, il futuro delle consegne a domicilio
L’idea di Hotbox arriva da Maranello: nata nel 2016, è l’azienda che ha creato l’omonimo forno professionale ventilato per le consegne a domicilio, alimentato a batteria con un cervello elettronico in grado di controllare la temperatura sino a 85 gradi ed eliminare l’umidità in eccesso, mantenendo intatta la fragranza e il calore del cibo durante il trasporto.

Uno strumento tecnologico innovativo e brevettato disponibile in due versioni, da 50 o 110 litri, utile a migliorare la qualità del delivery perché consente a ristoranti, pizzerie e gastronomie di preservare la qualità dei piatti e della loro cucina durante le consegne, evitando che vengano serviti freddi o immangiabili. Si può montare su uno scooter o su una bici cargo, oppure in auto e amplia il raggio d’azione, appunto perché il cibo rimane croccante più a lungo: “Abbiamo ideato la tecnologia di Hotbox proponendoci di migliorare la conservazione del cibo durante il trasporto, garantendone qualità, temperatura e giusto grado di umidità – ha raccontato Anthony Byron Prada, cofondatore e amministratore di Hotbox – Inoltre, il nostro Hotbox è alimentato a batteria, nel pieno rispetto della nostra filosofia green e della sostenibilità ambientale. Lavoriamo perché i ristoratori possano consegnare ai clienti non solo il cibo, ma un’esperienza gastronomica indimenticabile. Perché l’amore per il buon cibo è universale”.

Dishcovery, l’avanguardia nella gestione del menu
Non ci si sposta troppo, e forse non è un caso vista la lunga tradizione culinaria del territorio, per imbattersi in Dischcovery: la startup ha sede a Bologna, è stata fondata da Marco Simonini e Giuliano Vita nel 2018 ed è un po’ l’avanguardia nella gestione dei menu. Propone un modello digitale, interattivo e multilingua per tutti i ristoranti italiani: l’obiettivo è fornire un innovativo sistema gestionale su tutti i dispositivi digitali in tempo reale, anche rispondendo alla necessità di far fuori pezzi di carta, vecchi menu plastificati e altri metodi poco ortodossi e molto sporchi.

C’è poi un tema di comprensione, e dunque di business e soddisfazione: Dishcovery permette di superare le barriere linguistiche tra ristoratore italiano e cliente straniero attraverso una soluzione tecnologica che traduce i menu in formato digitale, senza tralasciare i dettagli sugli ingredienti che compongono ciascun piatto, ma rendendoli facilmente condivisibili via mail, chat, sms e social. Bastano 5 minuti per completare la procedura e sfornare il menu digitale pronto per essere usato sotto forma di QR Code da leggere con un qualsiasi smartphone: “Quest’anno di pandemia è stato durissimo per la ristorazione – ha ricordato Marco Simonini, Cmo di Dishcovery – I ristoratori hanno dovuto fronteggiare una crisi senza precedenti, reinventandosi per superare le difficoltà e abbracciare una nuova normalità. Dishcovery da sempre sostiene il settore e con il progetto Ristorante del Futuro vogliamo dimostrare come l’innovazione sia di fondamentale importanza per la ripresa e l’evoluzione di un’industria così importante per l’economia italiana”.

Scloby, addio ai vecchi registratori di cassa
A supportare i ristoratori del futuro c’è anche Scloby, Pmi innovativa nata nel 2013 all’I3p di Torino, uno fra i più importanti incubatori e acceleratori del Paese, e ora parte del gruppo Zucchetti. Partendo dall’esperienza con negozianti e liberi professionisti che spesso non possono accedere a soluzioni tecnologiche semplici ed evolute, Scloby ha creato un punto cassa e una piattaforma cloud multipiattaforma che sostituisce i vecchi registratori.

Bastano un tablet, uno smartphone o un computer per una gestione rapida e leggera delle vendite, in presenza o anche online. Ristoranti e negozi possono così integrare tutti i canali di vendita e amministrare anche da remoto operazioni quotidiane come l’emissione degli scontrini, la fatturazione e la gestione del magazzino, che in questi mesi è stata un vero rompicapo. Inoltre, Scloby consente di realizzare siti per il loro e-commerce e ricevere gli ordini direttamente in cassa: i clienti possono così consultare i prodotti e il menu e ordinare direttamente online, scegliendo sia il tipo di consegna (asporto o delivery) sia la modalità di pagamento. Nelle parole di Francesco Medda, Ad di Scloby: “La vita del ristoratore non è semplice e soprattutto in un momento così delicato la parola d’ordine deve essere semplificazione. Siamo fermamente convinti che la digitalizzazione dei processi e del punto cassa siano aspetti cruciali per la costruzione del ristorante del futuro, capace di affrontare periodi difficili e nuove sfide attraverso soluzioni smart e versatili”.

JoJolly, la piattaforma per gestire il lavoro nella ristorazione
Il tema del lavoro è tornato ultimamente alla ribalta: secondo Unioncamere, entro giugno si apriranno 560mila nuovi contratti, più che nel 2019. E alla fine di agosto si arriverà a 1,3 milioni di posti disponibili, con un saldo positivo del 7% (questi dati arrivano da Manpower). Eppure l’offerta, specialmente nel mondo della ristorazione, del turismo e degli stagionali, sembra insufficiente.

JoJolly interviene proprio su questo aspetto, semplificando la gestione delle risorse umane nell’ambito della ristorazione con la garanzia della qualità del servizio, agevolando tutti gli aspetti burocratici: è un marketplace dedicato alle prestazioni occasionali nel mondo della ristorazione, permette la comunicazione tra tutti i tipi di lavoratori e i ristoratori. L’algoritmo categorizza le attività commerciali in base a specifiche caratteristiche e i lavoratori in base alle loro esperienze, garantendo la perfetta corrispondenza tra le due parti e assicurando una prestazione occasionale in piena regola. JoJolly si basa su due portali differenti: Consumer per chi è alla ricerca di prestazioni occasionali e Business, rivolto al settore HoReCa per ricercare le figure di interesse in base alla caratteristiche e al curriculum.

Scelto il profilo interessato, basterà procedere con il pagamento per sbloccare le informazioni complete e contattare il lavoratore per stabilire gli standard di servizio: “Ognuna delle startup che ha aderito al progetto Ristorante del Futuro ha sviluppato soluzioni innovative per semplificare molti aspetti della vita dei ristoratori. Abbiamo deciso di unire le forze proprio per proiettare i ristoratori in un futuro più semplice”, ha detto Maria Ferretti De Luca, Ad di JoJolly. 

Fonte: La Repubblica



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