Istat: crescono consumi e reddito delle famiglie italiane

08/04/2022


Le entrate aumentano, il risparmio cala. Il reddito disponibile delle famiglie nel 2021 è salito del 3,8% rispetto al 2020, mentre i consumi sono cresciuti del 7%. Lo rende noto l’Istat nel rapporto del 7 aprile 2022. «Le piccole imprese e i lavoratori autonomi hanno evidenziato segnali di recupero — commenta l’istituto in una nota — nonostante tutto la ripresa non è stata sufficiente a riportare il sistema ai livelli precedenti alla pandemia. Il potere d’acquisto, infatti, pur registrando un incremento del 2,1% su base annua, non ha ancora raggiunto i volumi del 2019. Spicca la crescita del 17% degli investimenti fissi lordi delle società non finanziarie. Una risalita a piccoli passi che ha visto nel settore privato il suo gancio di traino.

 

Più consumi, meno risparmi

La propensione al risparmio delle famiglie nel 2021 è scesa al 13,1%: l’anno precedente si assestava al 15,6%. Un valore significativo, ma ancora lontano dai livelli pre Covid, quando si oscilla tra l’8 e il 9%. La riduzione deriva da una spesa per consumi finali molto più sostenuta rispetto al 2020, che ha registrato un incremento di 66, 5 miliardi di euro. La crescita dell’economia ha determinato un aumento di 74,3 miliardi di euro del reddito primario delle famiglie (+6,3%): buone notizie anche sul fronte occupazionale, con i redditi da lavoro dipendente che sono cresciuti di 51,4 miliardi di euro: un aumento legato alla ripresa generalizzata dell’attività produttiva, e che ha avuto l’effetto di determinare un calo delle risorse destinate alla cassa integrazione, ridotta di 6,4 miliardi di euro. Le prestazioni sociali, che già nel 2020 avevano fatto segnare un balzo in avanti di oltre 37 miliardi, sono state incrementate ulteriormente dello 0,4% (1,9 miliardi). I fondi legati al reddito di cittadinanza hanno fatto segnare un aumento di 1,6 miliardi: stesso trend fatto registrare dal reddito di emergenza (+1,4 miliardi) e dal “bonus 80 euro (2 miliardi in più rispetto al 2020).

 

Boom degli investimenti delle società non finanziarie

Per le società non finanziarie il valore aggiunto è cresciuto dell’8,9%, con il tasso di investimento che si è impennato al 22,8%: il più elevato fatto registrare dal 2008. Le stesse società hanno beneficiato di un aumento di 3 miliardi dei contributi statali alla produzione. Spicca il dato degli investimenti fissi lordi, portatosi per 7 miliardi al di sopra dei livelli pre crisi. Una ripresa trainata dall’acquisto di macchinari e mezzi di trasporti, così come dal settore delle costruzioni edili: tuttavia c’è da registrare il segno meno delle società finanziarie, il cui valore aggiunto ha mostrato una flessione del 2,5%. L’accreditamento netto del settore è peggiorato di circa 2 miliardi rispetto al 2020, attestandosi a 59,59 miliardi.

 

Fonti: Corriere della Sera



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